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L’inchiesta di Today sulla corruzione degli oltre 150mila euro versati senza ricevute per la sede di Fratelli d’Italia. Luca Cannata, vicepresidente della commissione Bilancio alla Camera ed esponente di Fratelli d’Italia, è al centro di un’inchiesta condotta da Today e firmata da Fabrizio Gatti. Secondo le testimonianze di alcuni ex assessori della sua giunta comunale ad Avola (Siracusa), l’attuale deputato avrebbe ricevuto negli anni ingenti somme di denaro in contanti, senza rendicontazione ufficiale.
Si parla di contributi mensili variabili tra i 250 e i 550 euro, versati direttamente a Cannata o a un suo collaboratore di fiducia. Nell’arco del mandato (2017-2022), il totale avrebbe superato i 150mila euro. L’ex sindaco non nega i versamenti, ma li definisce “collette volontarie” per l’autofinanziamento delle attività politiche locali.
Corruzione per la sede Fratelli d’Italia: le testimonianze degli ex amministratori
L’inchiesta di Today raccoglie le dichiarazioni di tre ex assessori e un ex presidente del consiglio comunale, oggi consigliere di opposizione. Tra questi, Paolo Iacono, ex assessore al Verde e al Decoro urbano, conferma di aver versato ogni mese 300 euro in contanti. Lo stesso fa Antonio Orlando, ex assessore all’Agricoltura, che afferma: “Io gli davo 200 euro al mese, direttamente nel suo ufficio o tramite un collaboratore”.
Un altro ex assessore, Luciano Bellomo, racconta che la pratica era imposta come una sorta di contributo obbligatorio e che non venivano rilasciate ricevute: “Dicevano che i soldi servivano per il partito, ma non ho mai visto una fattura”. Bellomo aggiunge che, nei cinque anni della giunta Cannata, il sistema si è protratto senza interruzioni, coinvolgendo tutti gli amministratori locali.
Corruzione per la sede di Fratelli d’Italia e il ruolo di Salvo Coletta
Secondo gli ex assessori, i soldi venivano richiesti attraverso messaggi diretti sulla chat della coalizione. In uno di questi, pubblicato da Today, Cannata scriveva: “Oggi San Paganino, indennità e stipendi versati”, un riferimento scherzoso ai giorni di pagamento. Le testimonianze raccolte dall’inchiesta evidenziano il nodo della trasparenza: nessuna ricevuta, nessun documento fiscale e un uso del denaro che, secondo gli ex colleghi, serviva a coprire i costi di almeno due sedi del partito in Sicilia. Tuttavia, Cannata respinge ogni accusa di irregolarità, sostenendo che si trattasse di donazioni informali, quindi non soggette a rendicontazione ufficiale.
L’inchiesta tocca anche il ruolo di Salvo Coletta, dirigente sindacale della polizia di Stato e attuale coordinatore-commissario di Fratelli d’Italia per la provincia di Siracusa. Coletta, descritto come uomo di fiducia di Cannata, sarebbe stato presente in molte fasi della raccolta fondi. La sua nomina a capo del partito locale aggiunge un ulteriore elemento di rilievo nel controllo delle dinamiche interne alla formazione politica.
Un caso politico destinato a far discutere
Le rivelazioni di Today sollevano interrogativi sulle pratiche di finanziamento interno ai partiti e sulla loro regolamentazione. Se da un lato Cannata insiste sulla natura lecita dei contributi, dall’altro la mancanza di documentazione e la testimonianza degli ex assessori gettano ombre sul rispetto della trasparenza.
In un momento in cui il governo Meloni ha fatto della legalità e della lotta agli sprechi pubblici un punto centrale della propria narrazione, il caso di Luca Cannata diventa un banco di prova per Fratelli d’Italia e per il sistema di finanziamento delle sue strutture locali. La vicenda avrà sviluppi giudiziari o rimarrà un episodio relegato alle polemiche politiche? La risposta potrebbe arrivare presto.